sabato 12 novembre 2022

Le batterie al sale

In questi giorni (scrivo intorno alla metà di Novembre 2022) mi vengono richieste, sempre più spesso, informazioni sulle batterie al sale.

All'inizio non riuscivo a capirne il motivo. Ma mi sono poi imbattuto nella registrazione di una puntata di una nota trasmissione televisiva che ne parlava diffusamente durante un servizio. Ed allora ho capito!
Se vuoi saperne di più su questa tecnologia di accumulo dell'energia allora continua nella lettura di quest'articolo.

Nel servizio si poneva l'accento sui vantaggi di questa tecnologia rispetto alla diffusa e nota sua concorrente ossia quella che utilizza il litio. 

La trasmissione è andata in onda il 18 ottobre 2022.

Guardate cosa è successo alle ricerche sulle batterie al sale da quel giorno.

Potere della televisione!
Anni fa mi ero già interessato all'argomento attraverso un accumulatore all'acqua salata commercializzato da un distributore italiano e prodotto da un'azienda statunitense. Per me si trattava di valutare un'alternativa alle classiche e poco green batterie al piombo.
Fui scoraggiato da:
1) i costi eccessivi (in verità 7, 8 anni fa tutte le batterie avevano costi proibitivi);
2) la garanzia minima offerta dalla casa produttrice (1 anno!);
3) la piccola potenza di scarica (intorno agli 800 W).
Ora le richieste dei miei clienti mi obbligano ad approfondire nuovamente questa tecnologia. 
Come per ogni cosa occorre però tempo. 
A mio parere non basta leggere qualche articolo o scheda tecnica ma bisogna maturare un'esperienza prima di poter proporre determinati prodotti.
Un paio di considerazioni però penso si possano già fare in attesa di scrivere un articolo su un confronto puramente tecnico tra le batterie al litio e quelle al sale (in verde quelle positive, in rosso quelle negative).
1) La disponibilità: il sodio (una delle molecole costituenti il sale) almeno in Europa è sicuramente più disponibile del litio (anche se per quest'ultimo materiale sono in corso ricerche per l'apertura o la riapertura di miniere per l'estrazione).
2) La sicurezza: scorrendo la scheda di sicurezza di un modello di batteria al sale si evince la presenza di sostanze pericolose per l'uomo. Si tratta di Nichel in polvere che è un cancerogeno di tipo 2 (potenzialmente mutageno) e di cloruro di Nichel cancerogeno di tipo 1 (sicuramente pericoloso).  Sono poi presenti altre sostanze corrosive e sensibilizzanti.
3) Lo smaltimento: come per le batterie al litio lo smaltimento di quelle al sale deve essere effettuato in discariche controllate ed i prodotti avviati al trattamento in complessi impianti dedicati allo scopo.

Ed in pratica?
Tornando alle domande iniziali dei miei clienti ed al di là di queste considerazioni generali ciò che maggiormente interessa un progettista o un installatore di impianti fotovoltaici è la reale applicabilità di una tecnologia.
In Italia qualunque impianto fotovoltaico (anche se non immette energia in rete) è soggetto ad una pratica di connessione alla rete elettrica di e-distribuzione. 
Tra i documenti da inviare al distributore è fondamentale la certificazione di conformità dell'insieme inverter e batteria alla norma CEI 0-21.
Ricordo che l'inverter è il cuore di un impianto fotovoltaico. Esso:
1) converte la corrente continua generata dai moduli fotovoltaici in corrente alternata utile alla lavatrice ed al forno di casa;
2) provvede alla carica ed alla scarica delle batterie;
3) instrada l'energia elettrica prodotta dal sole in casa, in batteria o in rete;
4) dialoga con noi tramite display o internet mostrandoci come lavora l'impianto.
E' importante scegliere un inverter di una azienda affidabile che, si spera, rimarrà sul mercato almeno quanto la durata della garanzia offerta per i suoi prodotti.
I più importanti produttori hanno certificato i loro inverter per lavorare in Italia con i più noti marchi di batterie come Pylontech, Weco, BYD oppure con loro batterie come Huawey, Growatt, SAJ.
Tutte queste batterie sono al litio. In pratica i più diffusi produttori di inverter non hanno in italia loro sistemi certificati per lavorare con batterie al sale.
Se anche volessi utilizzare questa tecnologia mi ritroverei nella difficoltà di utilizzare un inverter poco noto che dispone della certificazione utile per l'allaccio alla rete dell'insieme inverter + batteria al sale. Dovrei fare i conti, ed il mio cliente anche, con una scommessa.
Certo, come sempre quando ci sono delle innovazioni, qualcuno dovrà pure iniziare. Ma meglio farlo insieme ed in tanti!




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