martedì 28 giugno 2022

Il cappotto ai saldi (prima parte)

Come è noto tutti i bonus edilizi, a prescindere dalle aliquote di detrazione, (superbonus, oggi al 90%, ecobonus, bonus casa) agevolano la realizzazione dell'isolamento dell'involucro delle abitazioni.

Al di là delle modalità con le quali il cittadino può trarre un vantaggio economico immediato da questi lavori (lo sconto in fattura e la cessione del credito vanno e vengono!) è indubbio che il cosiddetto cappotto porta sicuri e notevoli miglioramenti al comfort degli abitanti a parità di spese per il riscaldamento e, sotto certe condizioni, anche per il raffrescamento estivo.
In ambito superbonus la realizzazione della coibentazione delle pareti e dei solai per oltre il 25% della superficie totale disperdente della abitazione o del condominio costituiscono poi un intervento trainante, ossia capace di "spalancare le porte" alle detrazioni maggiorate anche ad altri tipi di intervento (come la realizzazione di un impianto fotovoltaico).
In questo articolo, che ho diviso in più parti a causa della lunghezza dell'argomento, vediamo quali sono i vantaggi dell'isolamento termico, quali materiali utilizzare e quali sono i costi di questa tipologia di intervento.
Come si realizza la coibentazione.
Le abitazioni costruite fino agli anni settanta ed ottanta del secolo scorso (ma in molti casi anche oltre) avevano pareti, soffitto e pavimenti poco isolate. Un involucro edilizio poco isolato si lascia facilmente attraversare dal calore. In inverno la trasmissione del calore avviene dall'interno (dove la temperatura si aggira intorno ai 20°) verso l'esterno dove le temperature sono molto più basse, a seconda della zona climatica, delle condizioni meteo e dell'orario della giornata.
Al contrario in estate le temperatura esterna è solitamente più elevata di quella interna. Le prima supera i 35° (almeno nelle ore diurne) la seconda, si spera, sia contenuta intorno ai 26 - 27 gradi. In questo caso il calore fluisce dall'esterno verso l'interno dell'abitazione.
Ogni materiale offre una certa facilità al passaggio del calore che va sotto il nome di conducibilità termica. Più alta è la conducibilità termica più facilmente quel materiale viene attraversato dal calore.  E' noto che il metallo offre una alta capacità di trasmettere il calore: è un conduttore. Così se ci troviamo sotto una tettoia in metallo in una calda giornata estiva non ce la passiamo certo bene. 
Il polistirolo invece ha una bassa conducibilità termica: è un isolante
Anche l'aria è un isolante.
Il tufo ha una conducibilità termica minore di quella del metallo ma più alta di quella del polistirolo.
La conducibilità termica è una proprietà intrinseca del materiale come lo è il suo colore. 
Vediamo cosa succede variando lo spessore del blocco di quel materiale.
E' esperienza comune che una parete di tufo spessa 10 cm viene attraversata dal calore più facilmente di una spessa 40 cm. Definito quindi un blocco di uno specifico materiale, dotato di una sua caratteristica conducibilità termica, la resistenza che offre quel blocco al passaggio del calore dipende anche dal suo spessore. Più è spesso meno facilmente si lascia attraversare dal calore ossia maggiore e la sua resistenza termica. La resistenza termica quindi non è una proprietà intrinseca di un materiale ma la combinazione della sua conducibilità termica (questa si, una sua proprietà intrinseca) e del suo spessore.
Quindi materiali diversi (e quindi con conducibilità termiche diverse) ma di diversi spessori possono avere uguali resistenze termiche.
Per esempio un pannello di 10 cm di spessore di polistirolo ha la stessa resistenza termica di una parete di tufo spessa 1,7 metri! Per inciso il valore di resistenza termica che li accomuna è poco più di quello richiesto dalle attuali normative per le nuove costruzioni o le ristrutturazione delle superfici opache verticali.

Per fortuna così come a nessuno verrebbe in mente di realizzare pareti in solo polistirolo, allo stesso modo nessuno cercherebbe di isolare perfettamente una parete ricorrendo al solo spessore del tufo.
Si può allora accoppiare un pannello di polistirolo ad una parete di tufo. In questo modo si sfrutta la capacità isolante del primo e la solidità del secondo.
Se vogliamo ottenere la stessa resistenza termica vista prima a partire da una parete di tufo di 35 cm (caso realistico) basta accoppiargli un pannello di polistirolo di 8 cm di spessore.
La realizzazione di un isolamento a cappotto consiste proprio nell'accoppiare alle pareti esistenti pannelli di materiale isolante "calibrati" per raggiungere gli obiettivi di resistenza termica imposti dalla normativa e dalle regole di buona tecnica. Attenzione però! Le zone climatiche contano. A Bari un accoppiamento come quello descritto (con l'aggiunta dell'intonaco interno ed esterno che hanno anche'essi una loro resistenza termica) risponde ai requisiti normativi. A Palo del Colle (comune leggermente in rilievo dove risiedo e distante dal capoluogo poco più di 15 km) sarà necessario un pannello di polistirolo da 10 cm di spessore.
A titolo di esempio a Belluno dovrei utilizzare 13 cm di polistirolo ed a Trapani solo 6.
Quello descritto è detto cappotto esterno se il materiale isolante viene applicato all'esterno. Interno se viene applicato sulla faccia esterna della parete.
Dalle considerazioni esposte si evince come, per determinare la resistenza all'attraversamento del calore che offre una parete, sia necessario conoscerne gli strati che la compongono o, in altre parole, la stratigrafia.
La normativa stessa impone dei valori minimi di resistenza termica al di sotto dei quali non si può scendere. Ad esempio per poter detrarre fiscalmente la realizzazione del cappotto di una parete è necessario rispettare questi limiti.
Uno dei documenti necessari per la detrazione fiscale di una coibentazione è la pratica ENEA che viene realizzata da un tecnico ed attesta i risparmi energetici che si ottengono con quella coibentazione. Vedremo in seguito come si calcolano questi risparmi energetici ma è chiaro che per farlo bisogna conoscere la trasmittanza termica della parete prima e dopo l'intervento.
Si capisce quindi che la stratigrafia di una parete va stabilita prima di realizzarla e varia in funzione del materiale utilizzato, della zona climatica, della disposizione della parete e cosi via.
Purtroppo ancora oggi è possibile visionare fatture per lavori di coibentazione riportanti la generica dicitura di "Fornitura e posa in opera di cappotto" senza alcuna precisazione alle specifiche del lavoro svolto se non addirittura con l'indicazione di generiche "lavorazioni edili".
A quel punto è davvero arduo assicurare la correttezza della detrazione fiscale!
Per adesso ci fermiamo qui.
Nel prossimo articolo sull'argomento parliamo dei "miracolosi" intonaci isolanti e della differenza tra coibentazione interna ed esterna.


   

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