martedì 11 agosto 2020

Cessione del credito e sconto in fattura: la responsabilità è del cedente

Il Decreto Rilancio del maggio 2020 ha introdotto la possibilità, per chi esegue lavori di riqualificazione energetica della propria abitazione (ma anche di ristrutturazione edilizia, vorrei qui chiarire che questa opportunità vale anche per i lavori che usufruiscono delle vecchie aliquote del 50% e 65%), di cedere il credito fiscale maturato alla azienda esecutrice
(sconto in fattura) oppure ad un soggetto terzo come una banca (cessione del credito).
Ricordo qui che il cittadino o il condominio che fanno i lavori sono i cedenti.
Chi acquisisce il credito o applica lo sconto in fattura è il cessionario.
L'articolo 119 dello stesso Decreto ha stabilito che, in determinate condizioni, tali lavori sono interamente detraibili, addirittura al 110%, e dunque la somma di queste 2 condizioni ha ingenerato nel cittadino l'idea che: "mi ristrutturo casa senza spendere 1 euro e senza rischi".
In questo articolo mi soffermo sull'aspetto dei rischi. Ho notato, confrontandomi con privati cittadini interessati all'argomento, che è diffusa l'opinione che "tanto pensa a tutto la ditta, a me interessa il risultato finale". 
Questa idea è incentivata da operatori che, al motto di: "metta una firma qui, al resto pensiamo noi" ingenerano questa immagine di automatismo e sicurezza nel cittadino. D'altra parte è il sogno di tutti (o quasi) noi: avere qualcuno che, gratis, ci toglie le castagne dal fuoco.
Questo articolo nasce però, in particolare, dal confronto con gli amministratori di condominio. Questa figura professionale (per me da insignire del premio Nobel per la pazienza e capacità di comunicazione) funge spesso da interfaccia fra le immediate esigenze dei condomini e le lungaggini della italica burocrazia. 
In effetti gli amministratori hanno, in questo periodo, il loro da fare per "tenere il freno a mano alzato" e spegnere gli ardenti spiriti di condomini che "hanno già parlato con la ditta; basta firmare e pensano a tutto loro". "Tanto è tutto gratis fifone di un amministratore". "Firmiamo, ci sediamo in poltrona ed aspettiamo che il palazzo rifiorisca più bello ed efficiente che mai".
A spegnere questi facili entusiasmi (e a dare una mano a chi vuol fare le cose riflettendoci su) interviene una circolare dell'Agenzia delle Entrate di due giorni fa che, nell'arco delle sue 46 pagine, fornisce "i primi chiarimenti" (è scritto proprio così nel titolo e dunque io aspetto magari anche gli ultimi 😏) sull'applicazione operativa del superbonus al 110%.
A pagina 45 (io lo avrei messo a pagina 1) c'è il capitolo controlli
Riporto quanto scritto al secondo capoverso: 
I fornitori e i soggetti cessionari rispondono solo per l'eventuale utilizzo del credito d'imposta in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto. Pertanto, se un soggetto acquisisce un credito d’imposta, ma durante i controlli dell’ENEA o dell’Agenzia delle entrate viene rilevato che il contribuente non aveva diritto alla detrazione, il cessionario che ha acquistato il credito in buona fede non perde il diritto ad utilizzare il credito d’imposta.

Già e chi lo perde questo diritto? Viene chiarito 2 capoversi più in basso:

Qualora sia accertata la mancata integrazione (forse dovevano scrivere sussistenza-nota mia), anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d'imposta, l'Agenzia delle entrate provvede al recupero dell'importo corrispondente alla detrazione non spettante nei confronti del soggetto che ha esercitato l’opzione, maggiorato degli interessi di cui all'articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e delle sanzioni di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 46 1997, n. 471.

Chiaramente, ma questo è ovvio, se si risalgono a responsabilità di terzi (tecnici, ditte) questi saranno chiamati a risponderne. E qui si aprirà un lungo capitolo a colpi di avvocati e carte bollate che, è facile prevedere, accompagnerà il cittadino, condomino o meno, per diversi anni a venire.

Attenzione: con questo mio scritto non intendo in alcun modo disincentivare l'avvio di importanti lavori di riqualificazione energetica ne puntare il dito contro onesti operatori (sicuramente tanti) che propongono la formula, chiavi in mano, del pensiamo a tutto noi, ma solo contribuire a smitizzare questa presunta "deresponsabilizzazione" del cittadino.

E magari ad aiutare un amministratore di condominio a tenere a bada qualche frettoloso cliente 😃. 


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