mercoledì 12 maggio 2021

Lo smaltimento dei moduli fotovoltaici

Il mondo del fotovoltaico ha sempre sofferto di "isteria". Dal 2007 ha attraversato fasi alterne passando dall'euforia alla depressione più totale. Oggi, complici le agevolazioni fiscali dovute al 110% ed allo sconto in fattura anche al 50%, il fotovoltaico si trova, in Italia, di nuovo in fase ascendente.
A spingere ulteriormente questo mercato sull'otto volante ci sono poi indiscutibili nuove motivazioni tecnologiche:
1) l'interesse per le abitazioni NO GAS;
2) la discesa dei costi delle batterie per l'accumulo dell'energia;
3) il nascente interesse per la mobilità elettrica
e, perché no, anche una maggiore coscienza "green".
Solo una cosa è rimasta immutata in questi anni. Ogni volta che propongo un impianto fotovoltaico mi sento porre la solita domanda: "si, ma per lo smaltimento dei moduli, che si fa?".
Se ti interessa la risposta continua a leggere il post.
Sicuramente l'interrogativo è legittimo, anche se mi chiedo se ce lo si ponga in modo così pressante quando si acquista un televisore o una lavatrice.
Inoltre ormai quasi tutti i produttori di moduli fotovoltaici hanno esteso le garanzie sui componenti anche a 20 ed in alcuni casi 25 anni e dunque queste perplessità riguardano condizioni che si verificheranno tra davvero tanto tempo!
Questo articolo vuole fare chiarezza sulla questione dello smaltimento dei moduli fotovoltaici nel 2021.
Un modulo fotovoltaico è un componente prezioso: è composto da materiali che si riciclano completamente.
La cornice è in alluminio (All Alluminium Can c'è scritto sulla lattina di una famosa bibita). 
Il Back Sheet (il pannello posteriore) è in plastica. Si trita in speciali mulini e con l'aggiunta di additivi diventa plastica per quasi ogni cosa). 
Il vetro che ricopre il modulo, beh è vetro (e si sa che non sa di cartone, non sa di plastica e non sa nemmeno di vetro, il vetro)! 
Il rame ed il silicio, che costituiscono il cuore tecnologico del modulo fotovoltaico, sono anche essi materiali facilmente riciclabili. 
Insomma del modulo fotovoltaico non si butta niente. Si dice che la sua impronta ambientale è lieve. 
Come ogni apparecchiatura elettrica ed elettronica (AEE) il modulo fotovoltaico quando deve essere smaltito diventa RAEE ossia Rifiuto di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.
Negli impianti fotovoltaici aventi una potenza minore di 10 kW (quelli oggetto di questo blog) tale rifiuto è detto domestico e la procedura per il suo smaltimento è particolarmente semplice.
Innanzi tutto, al momento dell'acquisto, l'installatore paga un contributo, detto contributo RAEE, che per ogni modulo si aggira tra i 2,5 ed i 3 €.
Questa spesa paga, in anticipo, quelli che saranno i costi di gestione del futuro smaltimento del pannello fotovoltaico.
I proventi vengono versati a consorzi che si occupano dello smaltimento dei RAEE in generale o dei soli moduli fotovoltaici, come PV Cycle, ad esempio.
Quando verrà il momento di smaltire il modulo fotovoltaico basterà recarsi presso uno dei centri di raccolta deputati alla raccolta dei moduli fotovoltaici (c'è ne sono tantissimi sparsi su tutto il territorio nazionale) per consegnare l'oggetto che sarà gratuitamente ritirato.
Il consiglio è di chiedere al venditore dell'impianto fotovoltaico quale è il consorzio a cui aderisce il produttore o l'importatore in Italia dei moduli che si intendono acquistare.
Allora, smaltire i moduli è davvero gratis (tipo il 110%)? Beh, non direi. Immaginate di dover smaltire 3 moduli fotovoltaici installati 15 anni prima su un tetto a falda. L'installatore (che magari può non essere quello che ha realizzato l'impianto) dovrà predisporre degli apprestamenti di sicurezza per salire serenamente sul tetto. Dovrà smontare i vecchi moduli (e magari rimontarne di nuovi). Dovrà portarli al centro di raccolta più vicino con il proprio mezzo (magari perché semplicemente non entrano nella utilitaria o nella macchina sportiva del cliente). E' chiaro che tutte queste attività avranno un costo!
Così come lo avrà lo smontaggio e smaltimento di un intero impianto. Proprio perché sono presenti delle attività di mano d'opera che vanno, giustamente, retribuite. L'importo è difficilmente stimabile a priori essendo troppe le variabili in gioco. 
Ma potrà essere oggetto di trattativa tra cittadino e cliente tenendo presente che il costo per modulo dipende anche dal numero di moduli da smontare e movimentare.  

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