sabato 12 settembre 2020

Auto elettrica, accumulo per fotovoltaico ed Europa

Litio
 Per farla semplice noi italiani ci dividiamo in  europeisti ed antieuropeisti. Non spetta a me dire chi sia il più simpatico. Io poi mi occupo di energie rinnovabili ed efficienza energetica mica di politica. 
In questo articolo voglio offrire una riflessione però sull'importanza di fare squadra nel vecchio continente.
Si fa un gran parlare di transizione energetica. Mentre da noi ci affanniamo a dibattere sulla metanizzazione di Ischia o della sardegna altrove si fissano paletti sempre più sfidanti sulla riduzione delle emissioni climalteranti al 2030 ed al 2050.
C'è poco da fare: il nostro futuro (o meglio quello dei nostri figli e nipoti) passa per:
- l'elettrificazione dei consumi (anche nei trasporti);
- la possibilità di accumulare l'energia prodotta dalle variabili e capricciose fonti rinnovabili alimentate da sole e vento.
Ma per essere conseguiti entrambi questi obiettivi necessitano di particolari materiali:
- Litio
- Cobalto
- Nichel
- Terre rare.
Con le prime 3 si fanno le batterie di accumulo alla base di mobilità elettrica e stoccaggio domestico ed industriale per gli impianti fotovoltaici ed eolici.
Le terre rare servono a produrre i magneti che permettono la costruzione dei moderni motori elettrici indispensabili, oltre che per tanti altri usi, anche per spingere le attuali e future auto elettriche.
Ma l'Italia non dispone di questi materiali. Anche l'Europa, in verità, ne scarseggia. Li acquistiamo in giro per il mondo, principalmente in Asia ed Africa.
L'attività mineraria estrattiva è stata progressivamente abbandonata da oltre un secolo nel vecchio continente.
Ma ora non ne si potrà più fare a meno.
Se l'Europa vorrà mantenere ed ampliare la propria autonomia su un tema così importante come quello dell'energia dovrà rispolverare "zappa e pala" e rimettersi a scavare.
Il problema è che non esiste un paese europeo che abbia la disponibilità nel proprio sottosuolo di tutte le materie prime necessarie. Ma per fortuna alcuni paesi dispongono nel proprio sottosuolo di una delle materie prime utili alla transizione energetica.
Il Portogallo, che già oggi produce lo 0,4% del Litio mondiale, ha in corso il rilascio di concessioni minerarie per incrementare l'estrazione.
Nel sottosuolo finlandese è presente il cobalto ed il nichel.
Altri paesi dell'est europeo dispongono di Litio.
Ma la questione più importante è disporre delle fabbriche che possano lavorare questi preziosi componenti in modo ambientalmente sostenibile e socialmente etico. Solo insieme i paesi europei potranno costruire le "gigafactory" le immense fabbriche estese decine di ettari necessarie a raffinare e trasformare i materiali grezzi per trasformarli in batterie e motori.
E' ovvio che questi sforzi economici, tecnologici e formativi non possono essere affrontati e risolti dal nostro paese in solitudine ma solo in squadra con le altre nazioni europee. D'altra parte la posta in palio è enorme. Senza energia si spegnerebbe ogni "bagliore di civiltà". Bisogna salvarsi.
E parafrasando il titolo di un famoso romanzo: "nessuno si salva da solo"!

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensi?